27 Set Chef Bruno Serato // CNN Top Heroes 2011
Un talento al servizio dei bambini poveri che sta cambiando la sua città… e non solo.
Bruno Serato, cuoco, 55 anni di San Bonifacio (VR). La CNN l’ha inserito nella “Top 20 Heroes 2011”, la classifica che la rete Americana di notizie 24 ore su 24 stila da tre anni scegliendo 20 persone che nel loro quotidiano cambiano il mondo.
A Le Ali Morali è piaciuto molto! Fa al caso nostro!
La sua storia, rimbalzata prima sulla rivista People, poi sulle reti televisive Cbs News e Cnn è arrivata sulla prima pagina del Corriere della Sera il 28 marzo 2011 e nei nostri TG.
Bruno ha lasciato anni fa San Bonifacio per andare in California a imparare l’inglese. Si è dato da fare. Non conosceva la lingua e si è dovuto adattare.
Ha iniziato come lavapiatti e poi finalmente è riuscito ad aprire un ristorante tutto suo: l’Anaheim White House.
Tutte le sere da sei anni sfama i 300 bambini del “Boys and Girls club”, una struttura pubblica per l’infanzia. Sono bambini che vivono in motel dove le camere costano pochi dollari a notte, circondati da prostituzione, droga e alcolismo. Spesso i genitori non hanno neppure i soldi per fare la spesa.
Quando sua madre Caterina l’ha scoperto gli ha detto: “Bruno, preparagli una pasta!”. Da allora spende 2.000 Euro al mese e serve tutte le sere 20 kg di pasta al sugo e in bianco … ma mai al pesto… Lo abbiamo cercato e intervistato per saperne di più.
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Bruno è in Italia in vacanza. Lo abbiamo contattato telefonicamente e intervistato prima che andasse a cena con i suoi 15 nipotini.
Grazie di aver accettato di condividere la tua storia con Le Ali Morali. Raccontaci come hai scelto di fare il cuoco.
Sono cresciuto in una famiglia povera. I miei genitori quando ero piccolo sono emigrati nelle campagne della Francia a coltivare patate e barbabietole. Vita semplice, di campagna, più sacchi facevano e più soldi guadagnavano.
Poi, all’età di quattordici anni siamo tornati a San Bonifacio e i miei hanno aperto una trattoria. Mio papà faceva l’autista, mia mamma lavorava in cucina e aveva bisogno di aiuto.
Sono dovuto crescere in fretta e ho dovuto imparare a fare tutto, barista, cameriere e aiuto in cucina. Ho scoperto lì la passione!
Decisi di andare in America ad imparare l’inglese così, al mio ritorno con una lingua in più, avrei potuto guadagnare più soldini.
Arrivato in America ho dovuto cominciare da zero perché non conoscevo la lingua. Da allora non sono più tornato e appena ho potuto ho aperto il mio ristorante!
Della ristorazione mi piace tutto, dal servizio alla cucina, dal marketing alla scelta del vino. Mi piace molto parlare con la gente e al ristorante oggi mi trattengo più in sala che in cucina.
Ma per i bambini cucino io.
Sembri una persona normale, con un lavoro normale. Ti senti un eroe?
No! Mia mamma è un eroe. Io sono solo Bruno. Sempre uguale. Il premio non mi cambia la vita. È solo un riconoscimento. Tutto era uguale e continuerà così, meglio stare con i piedi per terra…
L’ISPIRAZIONE AD ANDARE OLTRE
La rete televisiva CBS News, parlando di te dice che in America hai fatto fortuna e un giorno una voce ti ha detto di condividere quello che avevi con altri. Questa voce non veniva dall’Alto ma dall’Italia. Cosa è successo?
Ehm… questa cosa la ricordo spesso… Avvenne circa dieci anni fa. Ero nel mio ristorante nella contea di Orange ed entrò un cliente… Era un missionario, italiano di San Bonifacio, proprio il mio paese di origine. Persona discreta, non volle che gli offrissi la cena.
Allora gli dissi: “visto che sei di San Bonifacio e sei nel mio ristorante, il minimo che posso fare è cenare con te”. Quella sera, chiacchierando gli dissi: “Sai, mi sento un po’ in colpa”. Il missionario, mi guardò intensamente e mi chiese interessato: “Perché?”. Gli risposi che mangiavo spesso filetto, caviale e foie gras, mentre fuori c’erano tanti poveretti che queste cose non le avevano mai viste.
Il mio nuovo amico, rischiarato in volto e con un sorriso incoraggiante mi disse deciso: ”Bruno, guarda che Dio ama i ricchi, non è che non li ama. Basta solo che siano capaci di dare anche ai poveri, di condividere quello che hanno. Se puoi permettertelo, puoi mangiare il filetto, solo non dimenticarti di coloro che non lo mangiano”.
E’ allora che è scattato il click!!
Si è accesa la lampadina! “Hai ragione!!” Gli ho detto, “qualcosa devo fare!”. Quelle parole mi avevano dato un nuovo spunto e mi avevano fatto sentire meno pesante e più libero. Nel mio cuore c’era infatti già il desiderio di aiutare gli altri. Ma non sapevo bene come.
Lo hai mai incontrato di nuovo?
Quel missionario non l’ho più visto, né in Italia, né in America, non so chi sia stato… poi un giorno è arrivata dall’Italia mia mamma e la nuova avventura è davvero cominciata…
Appunto… raccontaci di questo riconoscimento della Cnn, perché ti hanno inserito nella classifica delle prime venti persone che nel loro quotidiano cambiano il mondo?
Innanzitutto, dedico il riconoscimento proprio a mamma Caterina che presto compirà 87 anni.
Sei anni fa, nel 2005 mia mamma venne in vacanza a trovarmi. Vide alcuni bambini poveri che cenavano con un sacchetto di patatine e mi disse: “Non possono cenare? Bruno, preparagli tu una bella pastasciutta”.
Tentennai perché erano quasi settanta. Poi, presi coraggio e decisi di agire.
Oggi sono diventati trecento e presto saranno quattrocento. Ma non sono solo.
Quando fai la cosa giusta è difficile all’inizio ma poi è contagioso.
Anche i clienti del ristorante spesso mi aiutano portandomi un pacco di pasta. Altri mi regalano il salmone, così posso fare la pasta con il pesce per l’omega tre. Altri mi regalano il pollo o il tacchino, in questo modo i bambini non mangiano solo carboidrati ma anche proteine.
.. e le verdure?
Le verdure non piacciono ai bambini. Se c’è il verde nel piatto i bambini non lo vogliono. E’ per questo che la pasta al pesto non la faccio mai. A volte, quando mi regalano delle verdure le mescolo al pomodoro in modo che non si notino molto, altrimenti la faccio in bianco! Ai bambini piace molto.
Parli spesso dei membri della tua famiglia e stai per andare a mangiare una pizza con i tuoi 15 nipotini. Quanto è importante per te il valore della famiglia?
La famiglia deve essere sempre il centro della tua vita. Se la famiglia non è il cuore manca tutto. La famiglia è tutto. La famiglia è amore senza condizione. Per loro non sono l’eroe. Sono Bruno e basta.
TALENTI
Hai il talento per la cucina ed hai trovato il modo di mettere al servizio degli altri la tua passione con i bambini poveri del tuo quartiere. Come ti fa sentire questo?
A me piace vedere il sorriso della gente, la soddisfazione del cliente. Far piacere agli altri più che far piacere a se stessi, è questo quello che conta! Poi, farlo per i bambini… vale un milione di euro ogni volta! Come vincere la lotteria. Non c’è paragone, questa è la vera lotteria della vita. Il loro grazie e il loro affetto è quello che fa la differenza. Quando poi mi chiamano “zio Bruno” è il massimo. Loro sanno che, anche crescendo, lo zio ci sarà sempre.
IL PRIMO PASSO – FARE LA COSA GIUSTA
Molti, per giustificare la diffusa mancanza d’onestà dicono che comportarsi bene è un grosso rischio, perché si finisce per diventare ultimi e tutti ti passano sopra…
Non ascoltare gli altri! Fai quello che senti dentro di te. Non parlare ma agisci. Parlare, polemizzare e starsene seduto ad aspettare non cambia nulla. Devi agire nella tua vita, solo così puoi realizzare qualcosa.
Cosa consiglieresti a chi non trova il coraggio… quale è il primo passo da fare secondo te?
Lo dicevo prima, agisci. Alzati la mattina e fai qualcosa. Se non ci sono bambini da sfamare, vai in una casa di riposo, prenditi cura di un anziano, dagli un bicchiere d’acqua, fagli una carezza. Ma fallo! Un gesto è importante. Invece di camminare a testa bassa senza salutare nessuno, agisci tu per primo, saluta, dai il buon giorno, sorridi.
Non è facile ma bisogna farlo. Per cambiare le cose non serve curare trecento bambini, inizia da uno. Ma fallo. Fai qualcosa.
Qualcosa si può fare. Si può cambiare. Basta volerlo.
Bruno, grazie del tuo esempio! Salutaci i tuoi ragazzi, buona cena e buon appetito.
Le Ali Morali
Intervista a cura di Barnaba Ruggieri
Milano,30.03.2011